Petra Conti, l’Anna Magnani della Danza
L’étoile si racconta nella terza puntata di Classic Drive Art
Il suo nome è Petra Conti, ma in molti la conoscono come “l’Anna Magnani della Danza”. Ospite attesissimo della terza puntata di Classic Drive Art. Petra Conti, infatti, non è solo una ballerina. I suoi gesti, i suoi movimenti e i suoi passi sono le lettere di un linguaggio tutto suo, in bilico tra danza e recitazione. E il suo corpo ne è lo strumento.
«Questo è il complimento più bello che io abbia mai ricevuto» esordisce, modesta. «Il primo ad averlo detto è stato il mio maestro storico, Žarko Prebil, che purtroppo adesso non c’è più… lui è stata la prima persona che ha creduto in me: è stato il mio mentore e colui che mi ha indirizzato verso questa bellissima carriera».
Una carriera che, in effetti, è stata davvero bellissima. Nata ad Anagni da padre italiano e madre polacca, Petra Conti ha frequentato l’Accademia Nazionale di Danza di Roma. È proprio lì che ha conosciuto Žarko Prebil, il mentore che l’ha accompagnata fino al diploma, conseguito con lode nel 2006.
Da quel momento, la sua è stata una parabola di successi, premi e riconoscimenti: dal periodo al Teatro Mariinsky di San Pietroburgo agli schermi di Rai Uno, dove affianca – giovanissima – un’icona come Raffaella Carrà e danza al braccio del grande Roberto Bolle.
«Sì, Raffaella Carrà ha esaudito il mio sogno, che era quello di ballare con Bolle» racconta, sorridendo. «Lei aveva questo programma che si chiamava Sogni e io facevo la nuvoletta, una specie di valletta del programma. Mi chiese in diretta di ballare su una musica e quella è stata, praticamente, la mia audizione. La settimana dopo mi invitò nel suo studio e mi disse: “Guarda Petra, io ti mando a San Pietroburgo per ballare con Roberto Bolle”. Quello fu l’inizio di tutto».
All’epoca, Petra Conti aveva solo 16 anni. Non poteva sapere che esattamente dieci anni dopo avrebbe rincontrato Bolle, ma in veste di collega e “principal dancer”, non più di fan.
Petra debutta da étoile a soli 17 anni, quando le viene assegnato il ruolo di Cenerentola nel balletto allestito all’Arena di Verona. All’Arena seguiranno il Bavarian State Ballet di Monaco e, infine, il Teatro della Scala: la Mecca per ogni giovane étoile italiana. Debutta nel ruolo di Giselle, praticamente da sconosciuta. Poco dopo, è prima ballerina.
Ma ciò non le impedirà di viaggiare – in veste di special guest star – tra le compagnie di Boston, Los Angeles e del Great Russian Ballet. È su invito di quest’ultimo, infatti, che Petra Conti ha avuto modo di tornare a interpretare Giselle in tredici spettacoli in giro per tutto il Canada.
«Giselle è il ruolo che io ho ballato di più e che, forse, sento più mio» racconta. «Ed è anche il ruolo con il quale ho debuttato alla Scala a 21 anni, proprio perché quella prima recita alla Scala segnò il mio destino. Mi ricordo che c’è stato un giornale che pubblicò un titolo che recitava: “Sconosciuta étoile alla Scala”. Ecco, questo grazie a Giselle».
Tra il 2018 e il 2019, però, il richiamo della patria è forte, e Petra Conti torna a esibirsi in Italia. E lo fa in grande stile, nella magica cornice dell’Arena di Verona, durante il Festival lirico. È prima ballerina ospite e in programma c’è niente di meno che l’Aida.
«L’Aida mi ricorda subito l’Arena di Verona, dove sono spesso ospite come prima ballerina» ammette. «È una sensazione bellissima già solo pensarci: ballare davanti al pubblico dell’Arena è una cosa spettacolare. Poi, l’Aida, durante il trionfo, con quella musica suonata dal vivo, è talmente emozionante… è proprio indescrivibile».
Felicemente sposata con il primo ballerino Eris Nezha, Petra continua a vivere il suo sogno. E dopo “étoile”, “Prima Ballerina” e “l’Anna Magnani della Danza”, agli appellativi che descrivono Petra Conti si è aggiunto anche quello di Ambasciatrice della Danza italiana nel Mondo.
«Per me è un onore ma è anche una grandissima responsabilità» ha confessato Petra. «Porto il nome della Danza italiana nel Mondo, soprattutto adesso che vivo in America e sono diventata anche americana. Ha un peso bellissimo ma che, ovviamente, devo sempre ricordarmi di avere: ogni volta che mi esibisco in scena sono Petra Conti: italiana, con questa mia storia, e un’ eredità che devo comunque dimostrare».
Guarda l’intervista a Petra Conti nella terza puntata di Classic Drive Art